Come non essere affascinati dal tema di MCCHALLANGER n° 53 proposto da Vittoria di "Una cucina piccoLINA": zuppe e minestrone.
Da buona ligure sono stata allevata e pasta al pesto e minestrone, mangiato a temperatura ambiente perché cotto già dalla mattina, e dove il cucchiaio rimane in piedi.
Il “Menestron Zeneize”, descritto da Vittoria, mi ha fatto venire i lucciconi agli occhi:da tempo immemorabile non sentivo parlare della crosta di parmigiano messa a bollire insieme alle verdure, con il suo sapore inconfondibile e la consistenza morbida ma elastica allo stesso tempo.
Sarebbe stato troppo scontato pubblicare la ricetta del minestrone e per questo motivo, anche per rendere omaggio alla Toscana, terra in cui vivo da oltre trent'anni, ho deciso di affrontare la sfida di MT con una zuppa di ceci, legume peraltro molto usato in entrambe le regioni. Piccolo omaggio alla Liguria, ho usato come pasta, in assenza dei "brichetti" ( per i foresti "fiammiferi") degli spaghettini sminuzzati.
Piccola avvertenza, la degli ingredienti è indicativa.
per 4 persone
200 gr di ceci secchi
400 gr di spinaci
100 gr di pancetta tagliata in un'unica fetta
1 cipolla
2 cucchiai di passata di pomodori
160 gr di pasta formato minestrone
olio extra vergine di oliva
sale e pepe q.b.
- temere i ceci in ammollo per 12 ore,
- trascorso questo tempo scolarli, sciacquarli, porli in un pentola, con acqua fredda e farli cuocere per circa 2 ore e mezzo,aggiungendo il sale una mezzora prima della fine della cottura,
- intanto tritare la cipolla e farla rosolare, con la pancetta tagliata a cubetti, facendo attenzione che non soffrigga troppo,
- aggiungere la passata di pomodoro e fare cuocere ancora qualche minuti,
- pulire gli spinaci e cuocerli senza aggiunta di acqua ( nel caso di spinaci surgelati porli in una padella antiaderente con un filo d'olio di oliva e spegnere il fuoco appena risulteranno scongelati),
- mettere il soffritto e gli spinaci nella pentola con i ceci,
- fare riprendere il bollore, quindi aggiungere la pasta,
- a fine cottura servire con in filo d'olio di oliva extravergine e un po' di pepe macinato al momento.
Fra liguri in trasferta ci si capisce...quei "brichetti" la dicono lunga sulla storia che c'è dietro i nostri minestroni, basati sul recupero anche concreto della pasta lunga sminuzzata in fondo ai cassetti. La tua è una declinazione territoriale, come d'altronde lo sono tutte le zuppe, che a me ha ricordato tanto anche il nostro zemino: in tutti i casi, una "signora ricetta", che scalda, conforta e nutre. Bravissima!
RispondiEliminaGrazie Alessandra: il tuo commento mi commuove. Per lo zemino vai ad una ricetta pubblicata circa un anno fa.
RispondiEliminaQuesta zuppa è come un maglioncino caldo in una notte d'inverno!! Buonissima!! PS Ma hai ancora la mia foto qui nella home page??? Che sorpresa!! Un bacione!
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